Madrid 3 | Ordine Architetti di Como
Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Como
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Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Como

Madrid 3


VIAGGIO STUDIO MADRID 2002 – Itinerario III

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MADRID – El Escorial

El Escorial
Palazzo – Monastero, 1563-1584

L’imponente complesso di San Lorenzo de El Escorial di Filippo II si erge ai piedi della Sierra de Guadarrama, a nord-ovest di Madrid.
Edificato da Filippo II tra il 1563 e il 1584 in onore di San Lorenzo quale ultima residenza per il padre, Carlo I di Spagna, l’imperatore Carlo V, al quale succedette nel 1556, l’edificio con la sua austerità divenne modello per un nuovo stile architettonico (desornamentado) che divenne uno dei più importanti di Spagna.

L’enorme edificio, con circa 2500 finestre, sorge sui pendii della Sierra de Guadarrama e offre una vista mozzafiato che un tempo pareva abbracciare tutto l’impero spagnolo.
L’interno fu concepito più come mausoleo e luogo di contemplazione che come residenza. Filippo II, re di Napoli, Sicilia, Milano, Paesi Bassi, Spagna e Nuovo Mondo, convocò i migliori talenti del regno per decorare l’austero monastero. Le numerose opere d’arte, alcune delle quali appartenenti alle collezioni degli Asburgo, sono concentrate nei musei, nelle sale capitolari, nella chiesa, nel pantheon reale e nella biblioteca.
Fra i diversi musei, il Museo d’architettura espone piantine, modelli e incisioni del palazzo.

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MADRID – El Escorial

La “Fresnada” nell’Escorial
Parco

Sconosciuta ai più, La Fresneda (letteralmente bosco dei frassini) nell’Escorial è il grande complesso di boschi e pascoli, bacini d’acqua, dighe e canali, opere di architettura e di arte dei giardini con cui, dal 1561, Filippo II volle circondare il monastero dell’Escorial – al tempo stesso cappella reale, palazzo e corte – e creare così un importante simbolo dell’unificazione e della centralizzazione del potere.
Estremamente ampio (il muro a secco del perimetro è lungo più di tre chilometri) e complesso, il luogo “denso di natura e memoria” è stato riscoperto dalla settima edizione (1996) del premio internazionale per la tutela del paesaggio indetto dalla Fondazione Benetton e intitolato a Carlo Scarpa.

La famiglia Aguirre Borrel, da oltre un secolo proprietaria della Granjilla – la parte principale del parco – ha ottenuto l’ambito riconoscimento per il suo costante impegno contro il degrado.

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MADRID – Valdemoro

ALBERTO CAMPO BAEZA
Casa Garcia Marcos
Residenza, 1991

Un semplice rettangolo, posto su un terreno di forma regolare alle porte di Madrid, nasconde una raffinata trama di giochi di luce e di incastri, declinati con discrezione. Il volume interno è ordinato da uno spazio centrale in doppia altezza in cui dialogano due fonti di luce naturale; una verticale, discendente da un lucernario parallelo al tetto e una orizzontale proiettata da grandi aperture che percorrono lo spazio da un estremo all’altro. L’insieme compositivo è definito da un recinto perimetrale, costruito con un muro continuo, la cui linea crea un orizzonte artificiale controllato, che assume particolare risalto nella zona della piscina. Il piccolo specchio d’acqua enfatizza il rapporto perpendicolare dei piani, e crea un momento di riflessione, fisica e spirituale, conferendo un ulteriore elemento di arricchimento all’architettura.

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MADRID – Sevilla la Nueva

 

ALBERTO CAMPO BAEZA
Case De Blas
Residenza, 1998-99

II progetto di Casa De Blas si pone innanzitutto come risposta al luogo in cui è stata costruita. Sostanzialmente si tratta di una scatola in cemento armato schermata da una copertura in acciaio molto leggera; all’interno di essa, in un podio orizzontale, trovano alloggiamento le funzioni del dormire e del mangiare, secondo lo schema tradizionale dell’abitare: gli ambienti principali si sviluppano nella zona anteriore, mentre quelli di servizio sul retro. Il parallelepipedo in vetro, che si insinua sotto la copertura in acciaio bianco, è privo di infissi e mentre sul fronte Nord arriva quasi a filo di quest’ultima, in quello Sud crea volutamente una zona d’ombra: prima la “caverna” come rifugio, poi la “capanna” come luogo di contemplazione.
Sopra al podio si innalza infatti la pensilina, quale elemento capace di individuare uno spazio racchiuso in parte dalla scatola in vetro che diventa totalmente opaca se osservata dall’interno e, al contrario, interamente trasparente se osservata da un punto di visto prospettico ad essa perpendicolare.
In tal modo si viene a confondere ciò che è interno con ciò che è esterno incorporando la natura secondo tre distinte situazioni:

  • una natura più propriamente astratta, composta dal contrasto tra il cielo e la luce dei piccoli vani posti a Sud;
  • una natura trasformata dai riflessi prodotti dal bacino d’acqua scavato all’estremità del podio;
  • una natura inquadrata all’interno per mezzo delle aperture poste a Nord.

Ad aumentare il senso di equilibrio e serenità di questa casa la composizione dei pilastri a doppia simmetria. Si utilizza qui l’efficace meccanismo di agire per contrasto: è nell’opposizione che si trovano le migliori qualità sia formali che spaziali.

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MADRID – Algete

 

MARIANO BAYON
Centro de Diseno
Esposizione di mobili, 1987-89

L’edificio è destinato all’esposizione e vendita di mobili per Volumen S.A. ed è concepito come l’accostamento di semplici prismi collocati su un piano.
Il nitore dei prismi, la separazione tra di essi, provoca una percezione del vuoto come un’incisione, una frattura creata nel muro o nella copertura.L’unico elemento che condiziona l’interno è la luce: soffusa sulle superfici della facciata, è decisamente protagonista di tutto l’interno dove penetra inondando i due piani dell’edificio, attraverso le aperture della copertura.
L’espressività di tutti gli elementi usati – muri, struttura, linee sospese dell’impianto elettrico, lampadine come elementi di illuminazione, partizioni mobili – è l’unico criterio compositivo adottato all’interno.

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MADRID – Retiro

 

A. VASQUEZ DE CASTRO e J.L. INIGUEZ DE ONZONO
Centro de arte Reina Sofia
Museo, 1988-90

L’Ospedale San Carlo fu commissionato nel diciottesimo secolo per iniziativa di Carlo III. Il progetto originale (1756-81, Francisco Sabatini) comprendeva un grande complesso costruito attorno a cinque corti interne.
L’iniziale conversione (1981-86) in centro culturale fu pianificata da Antonio Fernandez Alba. Quando José Guiro prese la direzione del Reina Sofia, si decise di trasferire la collezione permanente del Museo Espanol de Arte Contemporaneo nella Ciudad Universitaria nel Reina Sofia. Vazquez de Castro e Iniguez de Onzono furono incaricati di approntare la conversione nel primo museo di arte moderna di Spagna.

L’elemento più forte del loro progetto è l’aggiunta delle torri in vetro per gli ascensori progettate dal team inglese costituito da Ian Ritchie e Ove Arup and Partners. Due torri pubbliche, ciascuna contenente tre ascensori, costituiscono accesso laterale al museo. Una terza torre più grande, contenente ascensori e scale di sicurezza è sulla facciata nord-ovest di fronte alla Calle de Hospital.

Moderni, minimalisti, tecnologici, i tre coleotteri d’acciaio di 35 mt. distribuiscono i passaggi verticali d’accesso all’edificio con l’eleganza di una struttura dal disegno minuzioso come un gioiello.
L’interno del museo è stato trasformato con rispetto per l’architettura originale. Le gallerie dell’antico ospedale tutelano e cingono una fresca, tranquilla corte sorvegliata dall’alto dalla scultura cinetica Carmen (1974) di Alexander Calder. Muri bianchi, pavimenti in marmo, soffitti a volta e luce diurna controllata sono completamente complementari all’esposizione dell’arte.

La collezione permanente ospitata al Livello 2 include Guernica (1937) di Picasso.
Sebbene il Reina Sofia sia il più importante museo di arte moderna in Spagna, dovrà difendere questa sua posizione dall’inevitabile confronto con il Museo d’Arte Contemporanea di Barcelona (Richard Meier and Partners, 1995).

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