URBANISTICA E TERRITORIO | Ordine Architetti di Como
Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Como
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URBANISTICA E TERRITORIO

PRATICHE – IL TERRITORIO “E’ L’USO CHE SE NE FA”
Pier Luigi Crosta
Franco Angeli Ed. 2010
pagine 192
ISBN 9788856830316
euro 21,00
architettura a zero emissioni
L’ultimo lavoro di Pier Luigi Crosta, un protagonista della cultura urbanistica italiana, offre un prezioso contributo a chiunque si occupa di territorio.
Il volume (non agevole peraltro nella lettura a causa della ricchezza di incisi e riferimenti) si presenta come una raccolta di note nella quale Crosta, partendo dal superamento del concetto di territorio stanziale per giungere a quello di territorio della mobilità, configura un nuovo rapporto tra società e territorio stesso.
Presupposto è che il territorio non può più essere visto oggi come “contenitore” fisico, ma deve essere visto come “campo” di interazione tra più attori, attori non più caratterizzati dall’appartenenza ad un solo territorio, ma bensì dalla loro compresenza, anche temporanea. E’ proprio la compresenza ad introdurre il termine “plurale”, nel quale un territorio diventa quindi “i territori”. Una delle cause di questa situazione è il fatto che la maggior parte delle persone non ha più un abitare stanziale, ma un abitare itinerante, cioè “abita” più posti (non importa se per periodi di tempo limitati o prolungati e per quale motivo) creando interazioni con altre persone, “usando” quindi il territorio in modo differente e creando una rete non progettabile a priori.
La tesi riportata, ripresa e sviluppata dal percorso di altri autori, identifica proprio le persone, la gente, come i veri costruttori del territorio, attribuendole quindi importanza e valore. E sono nello specifico proprio le pratiche d’uso del territorio (contrapposte spesso alle pratiche amministrative correnti), con le loro infinite variabili, ad assumere, in fondo, un carattere politico, indispensabile quindi per chi vuole interpretare la politica urbana di un territorio.
Il volume, come già ricordato poco sopra, richiede una lettura attenta e “approfondita” essendo dotato di una struttura tale da ricordare quasi la struttura del “pastiche”, ma differenziandosi da questa per le note ed i riferimenti bibliografici sempre presenti e per il rigore metodologico. Un volume, in definitiva, prezioso, da non perdere per chiunque voglia allargare la prospettiva legata allo studio del territorio ed al suo complesso rapporto con la società contemporanea.

arch. Alberto Bosis

TERRE DEI FONTANILI
A cura di Ado Franchini
Libreria Clup Milano 2011
architettura a zero emissioni
In questo piccolo libro è condensato il lavoro del laboratorio di progettazione ArchitectureLab dell’anno 2009. Ado Franchini, architetto comasco docente di Progettazione al Politecnico di Milano, da diversi anni organizza e coordina workshop in collaborazione con università e studenti stranieri, con lo scopo di affrontare i temi urbani e architettonici nel concreto dei contesti reali, come quelli delle grandi città e delle metropoli, ma anche dei paesi di piccole dimensioni, delle periferie o delle aree urbane unificate da un particolare ambiente geografico. Com’è il caso del territorio dei Comuni di Albairate, Cisliano, Bareggio e Cusago, su cui si è concentrato il lavoro di studio e progettazione di studenti e professori tedeschi, olandesi, polacchi e turchi e oggetto della pubblicazione. Si tratta di un’area a 15 chilometri da Milano, a sud-ovest della nuova Fiera, con le caratteristiche di un Parco Agricolo Metropolitano e profondamente segnato dalla presenza dei Fontanili, nel passato imbrigliati per drenare terreni stagnanti e bonificarne vaste superfici e oggi area ricca di possibilità “di riqualificazione e di sviluppo con uno sfruttamento intelligente di energie rinnovabili del suolo e della natura.” Anche pensando all’occasione offerta dal prossimo Expo 2015, oltre che al ruolo consolidato della Fiera, il TDF Workshop ha lavorato per suggerire un ventaglio di interventi che potessero incidere sul futuro a lungo termine del territorio esaminato: la produzione di energia rinnovabile nell’ambiente originario, il turismo e la valorizzazione dei caratteri originali e una nuova mobilità di collegamento e di percorsi interni.
Tra i sei progetti, documentati da foto e schizzi oltre che dai disegni definitivi, segnaliamo quelli a Cusago per un nuovo quartiere che stabilisca un confine chiaro tra paesaggio e nuovi insediamenti in modo da non creare nuova periferia e per il recupero del Castello Visconteo come sede dell’Accademia del Gusto o Centro Congressi, e l’interessante progetto di riconversione dell’area delle cave di sabbia in zona di svago e di attività sportive a Bareggio, progetto scelto dal gruppo olandese per la possibilità di lavorare con l’elemento dell’acqua, costituito dai laghi esistenti, integrato con quello naturale delle coltivazioni agricole locali. Un libro che testimonia l’importanza dell’architettura quando assuma un ruolo propositivo nelle trasformazioni del territorio e l’importanza dell’architetto in quanto interprete attento delle vocazioni dei luoghi.

arch. Ebe Gianotti

L’ABITARE COLLETTIVO
A cura di Angelo Sampieri
Franco Angeli Ed., 2010 – collana “Urbanistica”
pagine 160
ISBN 9788856835625
euro 23,00
architettura a zero emissioni
Il volume, curato da Angelo Sampieri, si inserisce nella sterminata letteratura sul tema dell’abitare con una precisa connotazione: affrontare il tema stesso in funzione di come viene trattato dall’urbanistica, dalla politica e dal mercato, ponendo però al centro della questione l’abitare collettivo. Il testo, scritto a più mani, affronta la recente ripresa “di vigore” del dibattito attorno alla questione, dibattito che prende atto del definitivo superamento degli anni novanta nei quali l’individualismo (e la sua celebrazione) connotavano il tema in misura marcata.
Affermando che l’abitare collettivo non si deve limitare esclusivamente a progetti di valore o a soluzioni tecniche apprezzabili, gli autori sostengono (con contributi diversi) come esso debba invece aprirsi anche ad una visione più ampia che consideri valori e pratiche, ponendo le forme di condivisione come base della riflessione. Particolarmente interessanti in tal senso i casi-studio esposti, tra i quali sottolineiamo quello di Skopje (nel contributo di Daniela Ruggeri), dove l’autrice cita, a proposito dei paesi balcanici, Alain Finkielkraut: “più che un nome, era l’emblema del cosmopolitismo” ed il territorio “più che un luogo particolare, era modello ridotto dell’universale”. Particolarmente preziosa anche la postfazione, redatta dallo stesso Sampieri, nella quale il curatore del libro sottolinea come, di fronte alle forme di condivisione (spesso fragili e temporanee), il progetto di oggi reagisce proponendo nell’abitare collettivo proprio alcuni dei caratteri appartenuti nel passato all’ambito individuale (comfort, buon funzionamento dell’abitazione, felicità).

Arch. Alberto Bosis

ACQUA E COMUNITA’ – CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DI UN BENE COMUNE
Colin Ward
Elèuthera Editrice 2011
pagine 185
ISBN 9788896904022
euro 13,00
architettura a zero emissioni
Colin Ward (1924-2010), architetto e urbanista, affronta il tema dell’acqua analizzando la situazione socio economica mondiale attorno a questa risorsa limitata e vitale.
Attraverso un excursus storico e territoriale che parte dal Regno Unito fino ad arrivare alle più recondite tribù africane, espone le vicende storiche e politiche riferite al controllo e alla distribuzione dell’acqua. Dai piccoli villaggi dell’India, dove si distribuisce l’acqua secondo i bisogni di ognuno e seguendo tradizioni millenarie, passando per le grandi banche mondiali e gli organismi di controllo multinazionali, che spostano capitali e ipotecano le risorse del futuro, Ward presenta tutte le possibili realtà connesse allo sfruttamento dell’acqua, con occhio critico ed esperto.
È un racconto completo di piccole storie di realtà locale, di grandi opere d’ingegneria e trasformazione del territorio, volte al controllo e alla distribuzione di una risorsa preziosa quanto comune come l’acqua.
Le problematiche esposte sono incentrate sul rapporto sociale che le comunità locali istaurano attraverso l’uso e l’accesso all’acqua, in contrapposizione a una gestione della risorsa lontana ed estranea – sia essa pubblica o privata – che modifica le abitudini e le tradizioni ed è responsabile della ridistribuzione sociale e delle ricchezze.
L’acqua e la sua disponibilità sono alla base del nostro sistema sociale e del moto di trasformazione territoriale e urbanistica. L’accesso all’acqua è origine della manipolazione del territorio e delle relazioni umane, dai rapporti di vicinato fino ai grandi conflitti mondiali.
Abbiamo perso la consapevolezza e il controllo, siamo in presenza di una crisi di responsabilità sociale.
Lo spostamento delle scelte, dalla base sociale e dal bene collettivo a interessi economici, ha spostato l’approccio al sistema, che non è più volto alla conservazione e all’accessibilità ma allo sfruttamento massimo della risorsa.
Il messaggio dell’autore è quello di tornare a un controllo responsabile ed equo, riconquistato dalle comunità umane, per scongiurare la tragedia della crisi idrica mondiale.

Arch. Davide Corti

Ordine architetti di como