
IL QUARTIERE – IL VISIBILE E L’INVISIBILE racconti, immagini e pensieri
Tutor: Arch. Stefania Cacia
Il Progetto e le sue Finalità (Scuola Media ‘Aldo Moro’, Como-Prestino)
Conoscere per comprendere, comprendere per interpretare. Il progetto rimette al centro della riflessione il “valore” dell’abitare, dove solo partendo dall’osservazione del particolare e dei segni, si riesce a cogliere gli elementi complessi di uno spazio, delle sue relazioni e delle memorie che porta con sè. L’osservazione, l’ascolto di punti di vista differenti e la comprensione attraverso gli strumenti della fotografia, della scrittura e del disegno danno modo ai ragazzi di cogliere le idee per ripensare gli spazi del proprio quartiere.
Il Contesto
La Scuola secondaria di primo grado “Aldo Moro” è collocata nel quartiere di Prestino, quartiere in cui si è conservata una area storica di cascine e ville storiche ma che ha avuto la maggior parte del suo sviluppo negli anni 50-60. Nel giro del quartiere con i ragazzi, ci siamo resi conto di quanto poco conoscessero la parte storica e le sue origini, come se il recente sviluppo di condomini e villette residenziali ne avessero occultato memoria e tradizioni.
Classe 2^ B
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Breccia-Prestino nel XIX sec. (estratto da mapire.eu)
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I ragazzi raccontano il quartiere: IL VISIBILE
Abbiamo chiesto ai ragazzi di descrivere sé stessi ed un luogo a loro caro attraverso le costruzioni Lego e di raccontare il quartiere visto con i loro occhi.
un taccuino, una scatolina e quattro Lego per ciascuno
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proviamo a descrivere noi stessi ed un luogo a noi caro con i Lego
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i ragazzi raccontano il loro quartiere
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Attraverso una passeggiata insieme nel quartiere e l’ascolto dei racconti degli anziani abbiamo dato loro punti di riferimento e metodo per leggere ed interpretare ciò che li circonda.
In giro per il quartiere
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Alla scoperta della parte storica di Prestino
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Riconoscere i luoghi dai particolari
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Riconoscere nei particolari, i segni, la memoria e i desideri nel nostro quartiere: L’INVISIBILE
Osservare vuol dire andare oltre le apparenze: cambiare prospettiva Leggendo le “Città invisibili” di Calvino e i testi di cinque città in particolare (Armilla, Tamara, Zaira, Ersilia, Isaura) cerchiamo di indurre nei ragazzi un diverso modo di guardare lo spazio intorno a sè, attraverso la lettura attenta degli spazi di relazione, dei luoghi dei ricordi, degli elementi costituenti la città, dei suoi segni e desideri.
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Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. – Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan. – Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra, – risponde Marco, – ma dalla linea dell’arco che esse formano. Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunse: – Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che mi importa. Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.
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Il paesaggio INVISIBILE condiziona il VISIBILE: la città non può esistere senza tutte le sue parti
Dalla lettura di Calvino alla nostra realtà di quartiere: tante città invisibili in un unico quartiere
In questa seconda fase i ragazzi raccontano nuovamente il quartiere con occhi diversi.
La lettura delle città visionarie di Calvino permette un lavoro che è insieme di astrazione e di attenzione e ci porta a comprendere l’importanza di ogni singolo aspetto della città.
“Armilla incompiuta o demolita, non ha muri né soffitti. Le tubature dell’acqua che salgono verticali, gli impianti indistruttibili. Armilla non può dirsi deserta” Cristina C.
“In Tamara l’occhio si ferma su un segno , un’impronta, il resto è muto. Insegne rappresentano chissà cosa”
“In Zaira la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, in ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.”
“A Ersilia, per stabilire i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono dei fili che segnano relazioni di paretela, scambio, autorità, rappresentanza”
“A Isaura gli dei della città abitano nella profondità e risalgono appesi alla fune nelle carrucole, negli argani, è una città che si muove tutta verso l’alto”La visione complessiva della città non può fare a meno di tutte le parti che la compongono ed i ragazzi colgono tra le righe di Calvino alcuni degli aspetti che osserveranno in Prestino.
Rielaborando le immagini raccolte ed i testi del loro taccuino ne escono caviardage in cui estraggono dalle parole di Calvino significati diversi, wordart in cui le parole diventano elemento costruttivo di una immagine, photocollage delle foto del quartiere e piccole video-presentazioni.
Armilla (Caviardage)
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Armilla (Wordart)
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Tamara(Caviardage)
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Tamara (Wordart)
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Zaira (Caviardage)
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Zaira (Wordart)
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Ersilia tessuta da fili
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Ersilia (Wordart)
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Isaura (Caviardage)
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Isaura (Wordart)
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Armilla (commento)
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Tamara (commento)
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Ersilia (commento)
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Nel video ritroviamo il racconto del lavoro eseguito con i ragazzi, ed i loro elaborati
Video 1 – Il quartiere, il visibile e l’invisibile
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Chiese a Marco Kublai: “Tu che esplori intorno e vedi i segni, saprai dirmi verso quale di questi futuri ci spingono i venti propizi.” (…) E Polo :”L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; (…)è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, (…). Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”
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Interpretare il visibile e l’invisibile per RIQUALIFICARE
La partecipazione degli esperti del Rotary Arch. Michele Pierpaoli e Arch. Roberta Peverelli ci permette di ragionare sul tema della cura e degrado dell’ambiente costruito ed illustrare una serie di micro-interventi di riqualificazione che diventano esempi di possibile recupero degli spazi individuati dai ragazzi stessi. Durante gli incontri in classe (e anche da remoto durante l’emergenza Covid) nascono pian piano le idee per migliorare i luoghi cari, spunti che diverranno “idee di riqualificazione architettonica e sociale” insieme.
Nel taccuino sono raccolte le riflessioni dei ragazzi sul quartiere
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Lavoro per gruppi creando photo-telling del quartiere
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Il progetto continua da casa ai tempi del Coronavirus
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Abbiamo chiesto ai ragazzi di raccontarci cosa sia per loro una piazza ed un parco, identificare criticità e suggerire idee
Video 2 – Interviste ai ragazzi – La piazza e il parco
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Risposte a cuore libero
Un esempio di controsenso è come a Prestino ci siano ville molto belle ma poi la zona della piazza è degradata con palazzoni tutti uguali. Emma F.
La piazza di Prestino e il suo parco sono abbastanza degradati, mi davano anche un senso di tristezza perchè non c’erano persone e tutte le attività commerciali erano chiuse. Emma F.
Le piazze e i parchi sono abbastanza vivibili, a parte le persone incivili che buttano i rifiuti per terra. Elena C.
Ci sono dei malviventi che rovinano l’ambiente buttando a terra bottiglie rotte e cose che non usano più (telecomando e freezer). Daniele G.
Però anche qui si deve fare meglio, tipo nella mia zona (Casate) c’è veramente poco, ci sono 2 panchine di numero, neanche.. Daniele G.
Le panchine erano molto distanziate fra di loro e non è stato possibile fare merenda tutti insieme ma separati. Greta L.
Ci sono anche giochi per bambini più in basso (..) ma purtroppo le scalette non erano tanto visibili e c’è il rischio di cadere. Greta L.
Ho trovato tanti buchi per strada, foglie degli alberi sparpagliati per terra. Ovunque vai c’è tantissimo traffico. Palazzi mezzi vuoti perchè la gente è fuori città, tanto casino e mercati troppo pieni. Yousser A.
Mi ha molto colpito maggiormente la zona a Prestino in cui ci hanno mostrato il pozzo e la vecchia stalla, perchè era molto bello vedere le cose come erano tanti anni fa. Daniele G.
Erano presenti molte case antiche, devo dire che mi è piaciuto molto visto che c’era tanto verde (…) sono rimasta colpita dalla felicità delle persone che vivevano lì, trasmettono molta allegria. Elena C.
Abbiamo potuto vedere questa “casa” per metà perchè il tetto non c’era e il resto era messo male. Questa cosa mi fa venire molta tristezza. Elena C.
Sul retro del ristorante c’è un posto semi abbandonato dico semi perchè alcuni (come me) ci vanno a vedere, ma non c’è nulla di che. Daniele G.
Davanti c’era quel prato semi abbandonato con un cancello chiuso con il lucchetto. L’anno scorso era aperto e io lo usavo abusivamente. Daniele G.
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Un doveroso ringraziamento a: Scuola Secondario 1° grado ‘Aldo Moro’, IC Como Prestino, le professoresse/ri e i dirigenti.